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giovedì 16 febbraio 2012

La “Semana de la Salud”: valutazioni e riflessioni.

Sabato 6 agosto 2011 si è conclusa a San Rafael del Norte la “Semana de la Salud”, che ha visto impegnati 3 medici volontari italiani: il Dr Felice Luminello - Medico Chirurgo - dell’associazione A.S.I., il Dr Ferdinando Scarpati - Medico Odontoiatra - e il Dr Giuseppe D’Alessio - Odontoiatra - entrambi dell’associazione Branco Solidale Onlus.
In una settimana di lavoro abbiamo visitato e curato circa 600 persone, la maggior parte bambini, effettuando 367 consulte generali, 48 interventi di Chirurgia minore (Lipomi, Cisti, Schwannomi, Ferite da machete o da morsi di animali, ecc.), 182 estrazioni dentarie, 55 otturazioni in composito, 3 pulpotomie e 4 detartrasi.
A volte gli interessati hanno fatto decine di chilometri a piedi per farsi visitare e quando arrivavamo nei Centros de Salud la fila di persone che ci aspettava era enorme e nei loro volti, oltre alla stanchezza che li segna, si leggeva fiducia e gratitudine nei nostri confronti. Per fortuna l’infinita pazienza di questa gente ed il concetto nicaraguense che il tempo non si misura con i minuti e le ore ma a giornate, ci ha aiutato ad affrontare con calma questa miriade di pazienti. Abbiamo fatto turni tremendi e appaganti allo stesso tempo, lavorando ben oltre le otto ore al giorno!
Ma la situazione sanitaria in questo Paese è davvero disperata e, nonostante l’impegno dell’attuale Governo, prima di poter vedere un qualche sostanziale miglioramento, occorreranno ancora parecchi anni!
In Nicaragua non si muore di malasanità, ma per una Sanità che non esiste per milioni di persone: la copertura sanitaria infatti riguarda una quantità di analisi, di interventi e di medicine molto limitata e definita da una tabella stabilita dall’Inss (Sistema di Previdenza Sociale) e dalle cliniche convenzionate. Cliniche che solo 350 mila persone su 6 milioni di abitanti possono permettersi. Il resto dei nicaraguensi, la maggior parte, deve scegliere per forza tra lo spendere cifre esorbitanti per potersi curare o morire per malattie perfettamente curabili.
La situazione diventa ancora più drammatica nelle zone rurali, dove i primi centri sanitari distano parecchie ore e la gente deve arrivarci a piedi o a cavallo, per poi ritrovarsi con una ricetta in mano che prescrive farmaci impossibili da acquistare e quindi, quasi sempre, senza la minima possibilità di poter accedere alle cure o di poter effettuare gli approfondimenti diagnostici richiesti dal caso specifico.
E’ il caso per es. di una giovane di 18 anni, della Comunità di San Gabriel, giunta alla mia osservazione per un episodio di ematemesi (vomito ematico), con epigastralgia, inappetenza e perdita di peso da circa una settimana. Dopo averla visitata le ho dato i medicinali necessari e sufficienti per un mese di terapia e le ho consigliato di effettuare urgentemente una Gastroscopia. Dagli occhi della ragazza, visibilmente preoccupata, sono sgorgati immediatamente due lacrimoni e uno sconcertante silenzio ha invaso la stanza per alcuni interminabili secondi. Ho cercato di rincuorarla dicendole che poteva trattarsi di una patologia facilmente risolvibile con la terapia medica, ma il problema era altrove: per poter effettuare una Gastroscopia in Nicaragua occorrono almeno 600 cordobas (circa 30 dollari), una cifra assolutamente proibitiva per le sue possibilità!
Altro caso emblematico è quello occorso al Dr Giuseppe D’Alessio, con una paziente di 8 anni di San Rafael del Norte. La mamma, che l’aveva accompagnata a visita (sono sempre le madri ad occuparsi della salute dei propri figli!), riferiva che la bambina da circa 5 giorni non riusciva ad alimentarsi e piangeva tutto il giorno a causa di un dolore urente intenso e continuo localizzato alla bocca e alla lingua, che non remetteva nemmeno con la medicina (Acetaminofene) che le era stata prescritta nei giorni precedenti da un medico locale. Il problema della bambina, sfortunatamente per lei, era una grave Stomatite Herpetica, patologia altamente invalidante che per essere curata richiede un farmaco (Aciclovir) difficilmente reperibile in Nicaragua e molto costoso. Posta in terapia da Giuseppe con i farmaci spediti dall’Italia (Aciclovir e un gel a base di Aloe) la bambina, tornata a controllo dopo 4 giorni, aveva ripreso ad alimentarsi normalmente e la sintomatologia dolorosa era quasi del tutto scomparsa.
Nel lungo elenco dei “casi impossibili”, qui in Nicaragua, c’è posto anche per un altro caso capitato al Dr Felice Luminello, con un signore di 44 anni della Comunità El Plantel, un piccolo villaggio di montagna a circa 1 ora di auto da San Rafael del Norte. Il paziente si presentava a visita Chirurgica per asportare una massa dura, della grandezza di un mandarino, dalla regione laterale del collo comparsa da più di un anno. Felice, che pur aveva già effettuato diverse asportazioni di grosse cisti e lipomi in condizioni estremamente precarie, dopo aver visitato il paziente e sospettando una patologia “seria”, prescriveva al malcapitato una serie di accertamenti diagnostici e gli prospettava la necessità di intervenire chirurgicamente in una Struttura adeguata. Ma tutto questo, in Nicaragua, comporta cifre smisurate, dell’ordine di migliaia di dollari, e per un semplice “Campesino”, che guadagna mediamente 2-3 dollari al giorno, anche un semplice esame può essere uno scoglio insormontabile.
La salute in Nicaragua è un diritto di pochi privilegiati, gli altri muoiono, anche per malattie facilmente curabili! Questa è purtroppo l’amara considerazione finale.
Ma una cosa è certa: sicuramente, attraverso noi medici e volontari cooperanti, questa gente si sentirà un po’ meno sola nella lotta per il diritto alla vita di ogni essere umano e, forse, potrà ritrovare la speranza per una vita migliore!

L’impegno di Branco Solidale e di A.S.I., è sempre andato in questa direzione: solo così, fare volontariato può diventare un atto di solidarietà piuttosto che un gesto di carità.

San Rafael del Norte, 09/08/2011 Dr Ferdinando Scarpati
Responsabile Sanitario della Missione